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Poteri e potenze nei mondi di Ursula Le Guin
René Fugler
Article mis en ligne le 15 juillet 2017

par Refractions
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Letteratura libertaria. René Fugler, « Poteri e potenze nei mondi di Ursula Le Guin »

da : "Réfractions", n° 17, autunno, 2006.

Traduzione di Ario Libert


Dell’opera, ricca e in costante evoluzione, di Ursula Le Guin ; i lettori che non sono particolarmente attratti dalla letteratura dell’immaginario hanno conservato soprattutto un romanzo, The Dispossessed [I Reietti dell’altro pianeta] [1]. Per interessante e ricca di idee che sia, questa storia di un uomo di scienza che intraprende le sue ricerche verso e contro tutto in una società anarchica che si sta sclerotizzando nel suo isolamento volontario non è forse l’ingresso più facile in un universo che offre molte altre attrazioni. E che, nella diversità dei racconti che ci fanno attraversare le società più sorprendenti, mette sempre in gioco il confronto di individui alla ricerca di libertà con dei poteri avidi di accrescersi pronti a precipitare un mondo intero nel caos. Ma non avrebbe senso leggere Le Guin alla ricerca di teorie politiche : la motivazione è inanzitutto nel piacere della lettura, nel piacere delle storie narrate. Se vi si ritrova materia su cui riflettere - e vi è materia su cui riflettere - è strada facendo, in una bella impresa di "decolonizzazione dell’immaginazione" e di apertura alla differenza.

Questo piacere della lettura deve molto al fatto che Ursula Le Guin è una vera scrittrice [2], anche se ha scelto di esprimersi in generi che essa stessa considera a volte come minori, la fantascienza in particolare. Essa costruisce delle trame che tengono con il fiato sospeso in una lingua semplice e chiara. Il suo gusto per i dettagli nella descrizione degli ambienti sociali o naturali si atiene a qunto vi è di più significativo. La costruzione dei suoi romanzi, che possono sembrare di fattura tradizionale, è molto concertata nei suoi cambiamenti di prospettiva tra personaggi e nelle sue rotture cronologiche. Una fine sensibilità colora discretamente le relazioni che essa tesse tra i suoi personaggi e anche le sue evocazioni della natura, che restano sempre legate alla tonalità del racconto o alle peripezie dell’intrigo.

Storie del futuro

I Reietti dell’altro pianeta (1974) è il romanzo che apre ciò che è chiamato il "ciclo di Hain", la grande saga di fantascienza di Ursula Le Guin. Questa "ambigua utopia"- secondo i termini dell’autrice- ne costituisce anche il primo episodio, secondo la cronologia interna del ciclo, anche se, nell’ordine delle pubblicazioni, quattro romanzi e dei racconti sono già narrati degli ulteriori episodi. Secondo la cronologia proposta da Gérard Klein secondo uno studio americano, I Reietti si collocherebbe verso l’anno 2.300, mentre un romanzo precedente, La Mano sinistra delle tenebre (1969) ci porta al 4.870 [3]. Un altro tentativo di cronologia, tuttavia, non separa le due storie che di quattordici secoli [4]. Ursula Le Guin stessa si diverte di questi tentativi di sistematizzazione : il filo cronologico del ciclo, dice, "somiglia ciò che un gattino trae fuori dal cestino dei ferri da ricamo, e la sua storia è soprattutto costituita" [5].

NOTE

[1] Robert Laffont, 1975 ; Tr. it. : I reietti dell’altro pianeta, Editrice Nord, Milano, 1976. Vedere su questo libro in "Réfractions" il commento critico di Finn Bowring, "La liberté les mains dans les poches" [La libertà con le mani in tasca], n° 3, inverno 1998-99, p. 25-44) e la risposta di René Furth, "La liberté rien dans les poches" [La libertà niente nelle tasche], n° 5, primavera 2000, p. 129-131).

[2] Figlia del celebre antropologo Alfred Kroeber, si è aggiudicata cinque premi Hugo e sei premi Nebula, massimi riconoscimenti della letteratura fantastica.

[3] "Cronologia galattica" presa da Gérard Klein nella sua prefazione ad una raccolta di racconti : Ursula Le Guin, le livre d’or de la science-fiction, Presses Pocket, 1978, p. 12-13.

[4] Hélène Escudié, Ursula K. Le Guin, une Alchimie de l’Ailleurs [Ursula K. Le Guin, un’Alchimia dell’Altrove], tesi sostenuta a Strasburgo nel 2004 sotto la direzione di André Bleikasten, p. 38 (non edita).

[5] Prefazione alla raccolta di racconti Il compleanno del mondo, Robert Laffont, ailleurs & demain, 2006.

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Leggere il seguito :

LINK al post originale : http://refractions.plusloin.org/spip.php?article178




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