Opere libertarie. Eduardo Colombo, « Oskar Panizza e la psychopathia criminalis »
da : "Réfractions", n° 3, 1998.
Traduzione di Ario Libert
"Liberiamoci da tutto ciò che è sacro, diventiamo senza fede e senza legge, ed i nostri discorsi lo saranno anch’essi" [1]
Affermazione di Max Stirner che esige, per realizzarsi, una formidabile rivolta sociale. L’oppressione e l’alienazione tendono a far riflettere nell’individuo ogni volontà di liberazione- a condizione che una tale volontà esista- e lo obbligano a trovare rifugio nella sua ultima difesa : la follia. L’ironia di Oskar Panizza non deve ingannarci : "Chi può dirmi chi è pazzo e non lo è, se non un precettore ?" Perché come scriveva un contemporaneo di Stirner, J. Jacobi : "Quando la follia diventa endemica, si chiama ragione".
Il 30 aprile 1895, Panizza compare davanti al tribunale reale di Monaco per aver scritto Il Concilio d’amore, opera teatrale che segnò il trionfo letterario dell’autore in tutta Europa, ma che fu rappresentata per la prima volta nel 1969 !
In quell’anno di fine secolo quasi nessuno lesse l’opera. La polizia incaricata di sequestrare il testo non tovò nelle librerie di Monaco che due esemplari. Tutt’al più una ventina di esemplari erano stati venduti in una cerchia ristretta di intellettuali. Ma la stampa gridò allo scandalo, e la comunità cattolica fu offuscata da un’opera che metteva in scena Dio, senile e reumatico, la Vergine, civettuola e frivola ed un Gesù un po’ idiota ed ecolalico. Non vi è che il diavolo ad essere intelligente ed umano, e lo sa : "Eppure vali meglio questo ! Meglio di queste marionette celesti stravaccate nella loro beatitudine ! Sei al centro del mondo, tu ! È nella tua testa che giacciono i pensieri della Terra e quando sei là, solitario, con il tuo odore terrestre e che il tuo spirito si illumina, allora sgorga da questa testa dolorante, malgrado la disperazione, una scintilla- forza o veleno- che si slancia, come il fulmine, attraverso il mondo, tonante, sputando fuoco, e che fa tremare queste teste vuote, lassù tra le loro nuvole ! [2].
Panizza fu condannato ad un anno di prigione, che trascorse ad Amburgo. Alla sua uscita, si rifugia a Zurigo per sfuggire a un mandato di cattura dopo il sequestro del suo libello Addio a Monaco (Zurigo, 1896) e fa richiesta della nazionalità svizzera, che non gli sarà mai accordata.
Durante il suo soggiorno a Zurigo scrive e pubblica per la propria casa editrice la satira politica Psychopathia Criminalis (1898), "dove prendeva in giro i procuratori tedeschi, arrabbiati da persecuzioni, inventando una malattia politica che si sarebbe impadronita del popolo tedesco" [3].
NOTE
[1] Stirner, Max : L’Unico e la sua proprietà.
[2] Panizza, Oskar : Il Concilio d’amore, éd. Jean-Jacques Pauvert, Paris, 1969, pp. 57-98.
[3] Panizza, Oskar : Autobiografia, in Le Concile d’amour, op. cit.,p. 177.
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